lunedì, agosto 01, 2005

Direttamente dal Giappone..

Ce l'abbiamo fatta, dopo 12 ore estenuanti di volo.. estenuanti più che altro per Davide che ha dovuto sopportare le mie crisi di panico ad ogni minima turbolenza.. (vi dico solo che mi sudavano anche le piante dei piedi.. immaginatevi la meraviglia..), dopo non aver dormito per non so quante ore.. praticamente due gg.. siamo arrivati.. nella terra dell’afa e dell’umidità.
Condizioni del volo: stretti come delle sardine, il problema più che altro non sussisteva per me ma per Davide che poverino, va bene che altezza mezza bellezza.. ma in queste situazioni è un’arma che si ritorce contro: si è fatto 12 ore accartocciato come un foglio di carta, con le ginocchia che gli facevano il solletico alle tonsille.. quando siamo arrivati l’ho praticamente dovuto scastrare dalla poltrona. Quelli davanti a noi invece (ovviamente alti un metro e.. va beh, lasciamo stare), erano seduti accanto all’ uscita di emergenza, comodi come pascià.. le ingiustizie della vita.
Le prime impressioni hanno cominciato a delinearsi una volta arrivati a Tokyo, perché fino a lì niente di che.. l’aeroporto sembrava quello di Milano Linate, con le stesse piastrelle e le stesse linee gialle, se non fosse per le scritte un pochino strane che c’erano in giro.. non propriamente comprensibili. Appena arrivati a Tokyo, saliti in superficie per cambiare il treno, dal Narita Express allo Shinkasen.. che ci avrebbe portati a Utsunomiya, siamo stati investiti da un’ondata di caldo inimmaginabile.. un’afa che non si sente nemmeno nel centro di Milano il giorno di Ferragosto.. sembrava di respirare direttamente dal bocchettone dell’asciugacapelli, ovviamente accesso alla massima temperatura. E a questo forno dobbiamo abituarci, dato che il caldo non molla un attimo.. .
Arrivati a Utsunomiya, ci siamo immediatamente fiondati in hotel.. per un riposino.. di 6 ore.
Quando siamo arrivati in albergo, dopo il check-in la hostess ci ha accompagnati all’ascensore.. e lì ho avuto il mio primo vero inchino originale giapponese. La tizia si è piegata in due come un libro, si è praticamente toccata le ginocchia con la punta del naso.. arrivata ad una inclinazione di 45 gradi pensavo che fosse finita lì e invece.. andava giù e giù e giù ancora, fino a quando davvero non poteva fare altro che fermarsi. Io mi sono anche sentita in imbarazzo, perché volevo ricambiare, ma non potevo.. non ho la stessa mobilità.. chissà come fa.. faranno dei corsi di “inchino profondo”? io credo che resterei bloccata a metà.. il problema è che ti dovresti inchinare ai saluti, quando entri/esci dal ristorante, dai negozi, quando scendi a fare colazione.. ragazzi, se torno con la schiena dilaniata.. sapete il perché. E poi la gentilezza.. infinita: se passi davanti alla reception e la receptionist sta parlando al telefono, interrompe la telefonata per salutarti (poi cosa dica non lo so.. non si capisce una mazza.. magari sta infamando.. e ti fa anche il sorrisino.)
E così è arrivata anche la mia prima cena giapponese. Non ho mai riso così tanto. Abbiamo trovato un ristorantino non lontano dall’albergo, molto carino.. deve essere un posto cooooool a Utsunomiya. Prima cosa: quando entri, ti fanno togliere le scarpe e te le fanno lasciare in un armadietto rigorosamente di legno. In Italia ti fanno lasciare la borsa, qui le scarpe. Ognuno ha le proprie, che vi devo dire. Ma mi domando: se ti puzzano i piedi che fai? A parte l’imbarazzo, ma prova a mangiare con sotto il naso la puzza di piedi del vicino. Per fortuna vicino a noi si erano lavati tutti accuratamente.. anche noi eravamo in regola. Meno male, niente figuracce.. per il momento. Ci assegnano il tavolo.. ma si può chiamare tavolo una cosa di legno a poco più dell’altezza dei piedi, dove per entrare ti devi infilare le gambe in un buco che sta sotto? Sei seduto sul pavimento e davanti hai il tavolo. Senza contare che i legno dove cammini è scivolosissimo.. lo passeranno con la cera milioni di volte.. infatti io mi stavo per addobbare sul tavolo, causa l’accoppiata del scivolosissimo legno con i calzini di cotone. Come pattinare sul ghiaccio.
Bene, ci siamo seduti ma porc.. non ci sono le posate! E cosa mi aspettavo? Sono in Giappone, si mangia rigorosamente con le bacchette. Bene, c’è sempre qualcosa di imparare. Apriamo il menu, e per fortuna tutto è fotografato (chiedere la spiegazione in inglese mi sembrava troppo). Il problema è capire ad esempio le uova che vedi di quale strano animale sono, il pesce o la carne di cosa sono.. ma non bisogna andare troppo per il sottile e ordiniamo del Sushimi (Sushi: pesce crudo addobbato con salse, salsine, alghe e chissà cos’altro; Sushimi pesce crudo e basta. Meglio andare sul tradizionale per ora), poi prendiamo un fritto di non so cosa (poi scopriamo che sono delle patate.. molto buone) e una coca. Ah, lo sapevate che quando si fa un brindisi si dice “Campai”? Campai? Ma non è un po’ macabro? Dà di trapassato.. beh, se fate un brindisi, non tenete tutte le mani bene in vista..
Arriva il Sushimi e.. cacchio, è buono.. se lo mangi con un pochino di salsa di soia va che è una meraviglia. Certo, fa un po’ senso pensare che stai mangiando del pesce crudo.. proprio io che ho schifo anche solamente a pulire il pesce.. mi domando mia zia.. che odia il pesce. Qui morirebbe di fame. Ma c’è il problema delle bacchette.. snervanti. Continuo a perdere la posizione.. mi scivolano le dita, le incrocio, schizzo roba da tutte le parti.. accanto a noi c’erano due giapponesi che secondo me se la ridevano di brutto.. mi venivano i crampi alle mani! È troppo una cosa innaturale! Una bella forchetta.. che vi costa.. e poi il pesce così crudo.. buono ma non è che sia ‘sto gusto.. scusate, non fate la pasta alla amatriciana? No? Peccato.. dopo ‘sto viaggio ci stava anche bene.. dai.. non faccio la sozzona e mi abituo al mio Sushimi.. pensiamo alla linea, dai. Comunque la cena tutto bene, prendiamo anche un po’ di carne.. spiedini.. di cosa non me lo chiedete.. di certo non c’erano le salsicce di finocchiona che troviamo dal nostro macellaio di fiducia, ma va bene.. sempre che non stiamo mangiando cani o gatti, ma questo non lo sapremo mai. Meglio chiudere gli occhi e aprire la bocca.. ma state attenti alle bacchette, altrimenti vi accecate. Alla fine ordiniamo anche una mousse credo al cioccolato.. (il pesce non è che mi avesse riempito.. sapete della capacità del mio stomaco, quando ha visto i pezzettini di Sushimi si è fatto una sonora risata..) nel frattempo mi chiedevo con cosa avrei mangiato la mousse.. con le bacchette? Ma siamo pazzi? Finisco tra un mese! E invece quando arriva la cameriera c’è una meravigliosa luce di immenso sul piattino della mousse.. un cucchiaino, il simbolo della civiltà occidentale, il profumo di casa.. sono commossa.. una lacrimuccia di commozione.. e via a mangiare la mousse.. con il CUCCHIAINOOOOOO!!!!!Che gioia.. mi sentivo un po’ a casa.. con quel piccolo pezzettino di acciaio, così freddo al tatto.. ma che può farti sentire meno la lontananza.. può farti sentire a casa.. come una piccola cosa può renderti la giornata diversa.. sono cose che fanno piacere, soprattutto dopo che hai cercato di mangiare con bacchette per 2 ore senza riuscire a saziarti.. cosa credete di tirare su con delle bacchette? Ma solamente se siete dei neofiti di questo strano attrezzo. Sì perché loro, i giapponesi, dovete vedere cosa si mangiano con quelle cosine. Ho visto una ragazza accanto a noi che ha preso un pezzo di non so cosa.. chiamarlo pezzo è sbagliato.. diciamo che si è accollata un brontosauro intero, ha aperto la sua boccuccia di rose.. e se l’è trangugiato in un solo boccone!!!Ma dove lo avrà nascosto poi? Si è slogata la mandibola per 30 minuti prima di finire di masticarlo.. quella dolce e tenera ragazza. Porca vacca!Ha finito la cena in 10 secondi netti.. finito nel piatto, ma nella sua bocca c’era ancora tutto. Credo che abbia finito di masticare tutto questa mattina per colazione.
Alla fine della cena siamo tornati in albergo, Davide poverino ha attaccato a lavorare.. io ho attaccato a dormire. Ed è un peccato che Davide abbia in ballo le cose del lavoro, ma alla fine è la motivazione per cui siamo venuti.. diciamo che sono il bagaglio a mano di questa meravigliosa esperienza. Vado in giro con gli occhi sbarrati davanti a ogni cosa.. è tutto così diverso, i colori, le luci, la gente.. anche l’atmosfera è diversa, l’aria è un po’ giallastra, come le facce di chi vive qui. Non so se vi è mai capitato quando guardate i servizi al telegiornale su queste parti, che sembra che la luce sia strana, con un colore strano.. e pensate che sia l’effetto della televisione, e invece è proprio così. Mi sembra di essere finita in un servizio del telegiornale, in un cartone animato manga.. qui è tutto pieno di quei disegnini strani, nei negozi, nelle strade.
Fine I puntata.. a domani!!

2 Comments:

At 10:50 AM, Anonymous Anonimo said...

Allora siete andati!!! Mi fa piacere che siate riusciti poi ad andare. Patrizia vedrai che strano - quando credi di aver capito un pochino come funziona, scoprirai che in realta' non hai che grattato un pochino la superficie...sara' frustrante, ma mi e' successo tante volte...ma ti aiuta a pensare a tutto in maniera un pochino diversa. Vedrai quando torni a casa...lo shock.

Riguardo al viaggio, ho pensato a tutte le volte che me la sonon passata in bianco pure io. Alle turbolenze ora non ci faccio piu' caso come prima. Devo sentire qualcosa a mo' di strattone per iniziare a cagarmi in mano... Del resto voli a 900km/h a 10km dalla superficie...cosa pretende uno?, che non si senta niente?!? anzi, bisogna dire che non si sente praticamente niente - trovo gli scossoni dei treni, sotto certi aspetti molto piu' preoccupanti. Un TGV sparato a 300km/h che sbanda e scossona di continuo - proprio piacere non fa...

Per quanto riguarda le bacchette - molto velocemente ti abituerai. Certo che se Davide non ti insegna per bene...;-) Poi a volte sara' fastidioso, ma ci farai velocemente abitutine. Un modo per non incasinarsi tanto, e' mettere il cibo sulla ciotola del riso e portasela un po' piu' vicino alla bocca cosi' da non dover fare un viaggio di 3Km con le bacchette ballonzolanti...oppure semplicemente chiedere una forchetta (potrebbero, con tua (e mia) sorpresa averla - per i turisti sfigati - sarebbe una bella sconfitta, ma puo' aiutare i primi tempi.... :-) )
Una cosa molto buona, che non e' pesce crudo, e' il katsudon (non e' una parolaccia), ovvero una specie di cotoletta alla milanese, con riso, alghe e cipolla. Ti riempie senza problemi ed a me piace tantissimo. Molto buoni sono anche i "ramen" (spaghetti in brodo - ma non la pastina squallida che danno ai malati, e non, in Italia...) con carne, fish cake, uova di quaglia (quelle piccoline, strane), verdura, etc. Consiglio di mangiarlo pero' quando sei un po' piu' esperta con le bacchette, altrimenti fai un lago - gli spaghetti quelli grandi (ce ne sono di diverse grandezze) scivolano che e' un piacere - sicuramente i Giapponesi li mangiano un po' trogolando e facendo rumore, ma pare sia perfettamente normale - pare. E sono buonissimi.

La cucina giapponese e' molto buona, puo' essere molto economica (piu' che quella trdizionale in Italia) e non c'e' solo il Sushi, anzi - il Sushi e' considerata come una specialita' che i giapponesi mangiano di rado. Sono gli americani che ne hanno fatto un piatto fast food come l'hamburger...
E poi assolutamente no - non ci sono ne' cani ne' gatti (semmai il pescecane) nei piatti che ti servono - i giapponesi sono ben lontani dalla cucina cinese...quindi vai sicura, sono tutti ingredienti "normali".
Il tempura (il nostro "frittino" per intenderci), a me qui in Europa mi ha sempre deluso. Non ha niente di speciale e costa carissimo. Se li' e' piu' abbordabile, avanti Savoia!, altrimenti sperimenterei altre cose.

PS: un consiglio per gustarsi meglio i cibi "strani" (dopo averne sperimentate di tutti i colori nei miei vari viaggi) - dimenticarsi completamente della cucina nostrana - non fare assolutamente paragoni. Non solo rende l'esperienza, a volte, "pesante" ma soprattutto spesso sono confronti assolutamnte non "fair". Io considero la pizza americana ed il "caffe'" tedesco/americano lungo (rinominato amichevolmente "sbroscia") semplicemente 2 cose completamente diverse, che per sbaglio hanno lo stesso nome. Del resto il te' che danno nei bar in Italia sono delle discrete sciaquature di piatti...

CIAO!
P

 
At 12:25 PM, Blogger Erika said...

Ma che spettacolo!
Non ci conosciamo, io ero al lavoro e cercavo un pochino di informazioni sul giappone, sono per errore capitata sul tuo blog, ma caspita, complimenti per la descrizione della cena, che risate!!!!!
Buona giornata!
Erika

 

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